Al di là dell'innegabile attrattiva che esercitano i “mostri sacri” della cultura visiva digitale, il fenomeno rappresentato da questi festival ci conduce a fare la seguente riflessione: l’indubbia proliferazione geografica su scala mondiale di tali eventi negli ultimi anni e la loro potenziale moltiplicazione futura sembrano quasi stonare in un contesto dominato da Internet, che in linea di principio avrebbe dovuto porre fine a questo tipo di incontri, in quanto la maggior parte dei partecipanti e delle novità possono essere visualizzati online. È il caso per esempio degli OFFF (Online flash film festival), sigla che quest’anno ha accompagnato i Digital Design Days, che nacquero e si diffusero con successo in un periodo in cui molti dei materiali non potevano essere visti e condivisi in Rete con una buona qualità.
Diversi sono gli elementi che possono giustificare l’enorme esborso di denaro investito per partecipare a festival evidentemente basati sul principio dell’idolatria piuttosto che del libero scambio di idee. In questi eventi, infatti, durante le conferenze in genere non è previsto uno spazio dedicato alle domande da parte del pubblico, perciò li si può pensare come festival per geek che, invece di star della musica elettronica o del rock, venerano stelle del mondo di Internet.
In ogni caso è opportuno sottolineare che, come già menzionato in precedenza, sebbene la quasi totalità dell’offerta possa essere consultata online (spesso i relatori propongono interventi già disponibili su YouTube), questi festival diventano veri e propri luoghi di pellegrinaggio per gli adepti del digitale, che vi accorrono religiosamente ogni anno nonostante il prezzo d’ingresso (compreso tra 300 e 1200 euro).
Che cosa ci porta, quindi, a partecipare? In primo luogo il fatto di uscire di casa ed entrare in contatto con altre persone, fare cioè networking, riveste un ruolo importante. Il Web Summit, per esempio, è puro networking, mentre i Digital Design Days lo sono molto meno, ed è un aspetto che andrebbe migliorato. Il SXSW, infine, può essere definito un festival orientato esclusivamente al business, intervallato da momenti di spettacolo. Se si dà un’occhiata alle app di queste manifestazioni dedicate al web, si vedrà che tutte comprendono una sezione di networking, nell’ambito della quale è possibile comunicare con gli altri partecipanti, fare riunioni ecc.
D’altra parte, questi eventi fungono da catalizzatori dei trend, non da trend setter, e la loro principale funzione è proprio riportare nelle relative conferenze le parole chiave del momento, per esempio “Blockchain”, “IoT”, “VR/AR” e ora “XR”… Perciò ci sono sempre almeno un paio di conferenze sui temi chiave dell’anno, che fanno da elemento di richiamo per orde di nerd appassionati e sedotti, appunto, da quelle parole.
I festival svolgono infine il ruolo di curator, o selezionatore dei contenuti presenti sul web, perciò devono scegliere le tematiche dell’anno, i migliori relatori e, di conseguenza, coinvolgere pubblico di alto livello al fine di giustificare, prima di tutto, l’elevato costo del biglietto. Per questo la qualità degli eventi è in genere piuttosto elevata, fermo restando che è sempre opportuno informarsi in anticipo, in quanto non tutti sono dello stesso livello.