La sintonia naturale tra IED e il mondo delle aziende ha dato vita in questi anni a collaborazioni di grande interesse. Con iniziative come le Special Week e con i diversi progetti per importanti brand che abbiamo promosso, creiamo momenti di confronto unici per i nostri studenti, nei quali possono sviluppare e proporre idee a imprese piccole e grandi.
IED e le aziende. Un binomio perfetto!
1 Suggerimenti per un metodo
In un mondo senza forza di attrito dovrebbe essere considerato naturale che una scuola di progettazione sia partner di un ampio numero di aziende, che hanno la possibilità di trovare in una comunità di giovani progettisti dei veri e propri hub di ricerca e sviluppo.
Nel mondo reale questa simbiosi deve essere riprodotta artificialmente e in alcuni casi porta a risultati importanti ed efficaci su vari livelli.
IED pone al centro del proprio modello formativo la presenza delle aziende all’interno del processo di studio, mette in vetrina questa sua capacità di includere nei percorsi didattici una consistente parte progettuale per e con imprese e realtà istituzionali del settore del design e non.
Con quali tipi di aziende collaboriamo regolarmente? Non è facile definirne il profilo in un paragrafo. Soprattutto per quanto riguarda l’Italia tendiamo a lavorare con piccole e medie imprese a conduzione familiare che operano nel settore delle industrie creative o dei servizi.
IED, con la sua comunità di studenti, ex studenti e docenti professionisti rappresenta un bacino naturale di ricerca e di sviluppo di idee e progetti: l’incedere quotidiano della progettualità nelle classi porta allo sviluppo di contenuti originali con una cadenza fittissima. Quando poi è possibile avere un “landing project”, quindi la presenza di un brief e del supporto di una realtà aziendale, questi sforzi progettuali trovano un indirizzo migliore.
2 Qual è il metodo migliore per lavorare con le aziende?
Non esiste una ricetta! Ogni rapporto, ogni progettualità è “tailor-made”, bisogna comprendere le necessità di ogni realtà, capire con chi ci stiamo relazionando all’interno dell’azienda, valutare in quale periodo storico ci troviamo, ma soprattutto l’attitudine e la modalità con cui vengono recepite le nostre proposte.
Il momento più critico è quello successivo al primo incontro, in cui l’azienda spiega le proprie esigenze e IED racconta il modo in cui “fa progettare”. Per avviare la collaborazione, chi rappresenta l’azienda deve essere in grado di far capire ai propri stakeholder l’utilità di sviluppare un progetto con una scuola di design.
I punti a nostro favore sono moltissimi, ma senza dubbio il più importante è la “dose di creatività” che i giovani professionisti sono in grado di esprimere, rompendo con le regole e portando uno sguardo illibato verso realtà aziendali, in molti casi, già strutturate. La presenza di studenti stranieri, soprattutto quelli che provengono da realtà importanti (Cina, India, Stati Uniti) o Paesi in via di sviluppo (Indonesia, Vietnam, Africa), può inoltre rappresentare un’opportunità per alcune aziende che lavorano sui mercati internazionali. Un altro elemento di rilievo è il supporto delle imprese nel “talent recruiting”: facendole lavorare con gruppi di studenti si dà loro la possibilità di vederli all’opera e di selezionare i migliori profili per collaborazioni successive.
3 Che cosa può fare IED per le aziende?
IED non è uno studio grafico o di design quindi, a differenza dei professionisti (in molti casi nostri docenti), non deve porsi come player in questo mercato. La tipologia dei progetti che IED è in grado di proporre è legata alla ricerca, quella fase, precedente la progettazione, in cui si analizzano e si amalgamano gli elementi che stanno alla base di un lavoro che dovrà essere poi affidato a un professionista. Questa fase è di vitale importanza per la struttura, la solidità e l’efficacia di un progetto, per preparare il terreno per l’esecuzione materiale e la consegna al cliente. Non è facile far capire alle aziende questa sottile distinzione e questo è forse il limite più importante da scardinare.
4 IED Firenze, un ecosistema di progettualità
Porto l’esempio di come abbiamo interpretato il DNA di IED a Firenze. Grazie al lavoro del nostro team (guidato da Martina Lazzerini e Nicola Benedettini), abbiamo creato e alimentato un network di oltre 300 aziende con cui abbiamo costanti e fruttuosi rapporti.
Il primo obiettivo è quello di porre le premesse affinché le aziende del territorio possano conoscere le abilità dei nostri studenti e percepire questi giovani talenti come un “prodotto di alta gamma”. Il placement è la cartina tornasole del nostro lavoro: la capacità di portare a compimento un percorso di studi deve essere coronata dalla creazione di un rapporto lavorativo. La promessa che facciamo ai nostri studenti è di creare tutte le condizioni e dare loro tutti gli strumenti necessari per essere pronti a esercitare una professione e a intraprendere un percorso lavorativo, sia all’interno di un’azienda già esistente sia come imprenditori.
Per creare queste condizioni è fondamentale costruirci una credibilità con il mondo delle imprese e comunicare con costanza e puntualità le nostre attività e opportunità. L’interazione tra il mondo imprenditoriale e la scuola deve essere costante, e avvenire attraverso incontri, progetti, conferenze, talk, eventi e confronti: tutto lo staff ha come priorità stimolare e implementare questi rapporti. Un ruolo senza dubbio fondamentale è quello dei nostri docenti che, grazie alle loro reti, possono forgiare questo network e alimentarlo costantemente.
IED deve essere in grado di analizzare le tendenze del mondo del lavoro e anticiparle grazie all’aggiornamento costante dei suoi programmi. Il “quid positivo” che dobbiamo offrire è la nostra capacità di fornire alle aziende profili in grado di “innovare” e colmare le lacune di competenze presenti nei settori in cui operiamo.
5 I format
Come già detto, la relazione tra un’azienda e IED ha sempre un suo percorso naturale, ma per favorire il dialogo abbiamo creato dei format che ci aiutano a includere tale rapporto nei percorsi didattici. Senza dubbio le tesi di fine anno dei corsi triennali o di master rappresentano il climax della nostra progettualità e sono il momento di massima visibilità della nostra “potenza di fuoco” progettuale.
Abbiamo avuto l’onore e l’opportunità di confrontarci con aziende dalla solida struttura come Adidas (per un progetto di retail innovation), Tiger (per il retail), Unicoop (“il supermercato del futuro”), Ducati (per l’outdoor retail), Gallerie degli Uffizi (per la comunicazione per un nuovo pubblico), Airbnb (per le periferie di Firenze), Tod’s, Furla ecc. I risultati sono stati molto apprezzati e l’opportunità offerta a studenti di 22/23 anni di presentare il frutto della loro progettualità alle sfere più alte del management di aziende così strutturate è senza dubbio unica nel suo genere.
Da ormai nove anni organizziamo, due o tre volte l’anno le Special Week, settimane di lavoro in cui interrompiamo la didattica e misceliamo tra loro i gruppi di studenti, che ricevono un brief il lunedì mattina e il venerdì pomeriggio devono presentare un progetto ai referenti delle aziende coinvolte. L’obiettivo formativo è implementare il team building, la trasversalità progettuale e il rispetto e la gestione del tempo. Per le aziende è un’opportunità unica di avere un team dedicato (in media composto da persone di 25/30 anni) che può sviluppare o implementare progetti, per creare un momento di confronto molto costruttivo. Sono ormai più di 100 le aziende con cui abbiamo collaborato, dalle istituzioni pubbliche locali a grosse multinazionali, passando per piccole realtà artigiane e anche per lo stesso IED, che è stato committente di alcuni progetti.
Pitti Uomo è un altro importante momento, non solo per la sede IED di Firenze, ma per tutto il gruppo. Infatti durante ogni edizione (in gennaio e in giugno) organizziamo, con aziende di moda e non, laboratori aperti ai migliori studenti di tutte le sedi. Lo scorso anno, nell’edizione estiva di Pitti, abbiamo avuto l’onore di collaborare con il coreografo inglese Lindsay Kemp, con cui abbiamo realizzato degli abiti di scena e abbiamo creato una performance, Kemp’s Dream, in cui oltre alla compagnia di Kemp sono andati in scena i nostri studenti, che hanno realizzato gli abiti.
Il 12 giugno presenteremo invece la prima collezione collettiva di IED, grazie all’apporto dei migliori studenti di tutte le sedi del gruppo, che hanno realizzato, sotto la guida di Tiziano Guardini, una collezione completamente sostenibile dal nome di EcoEgo. A questo scopo abbiamo collaborato con aziende che producono materiale ecologico e sostenibile, un’interazione che ha portato alla creazione di dieci abiti che verranno messi in mostra a Palazzo Davanzati a Firenze.
6 What’s next?
Il prossimo passo di IED sarà creare le condizioni affinché gli studenti possano convertire le proprie competenze creative in progetti imprenditoriali. Molti dei nostri talenti diventano imprenditori e, grazie alla comunità IED, è possibile dar vita a un terreno fertile che acceleri e “incubi” le loro idee per portarle sul mercato.
Il primo passo è includere nei nostri corsi moduli di “imprenditorialità” per insegnare cosa vuol dire “fare impresa”. In seguito sarà lo stesso a IED a fare scouting per i migliori progetti e a creare, assieme alla sua comunità e a partner esterni (fondi di investimento, spazi di coworking e di accelerazione), le premesse affinché queste imprese possano partire al meglio.
Cantera è una proposta-progetto di economia circolare in cui IED può diventare partner imprenditoriale dei propri studenti, e con i profitti di questa attività può alimentare il recruiting di giovani talenti, grazie a borse di studio o percorsi di avvicinamento e selezione di “imprenditori in erba”.
Ci piacerebbe che i lettori di IEDentity potessero contribuire allo sviluppo di questo progetto, scrivetemi, vi aspetto!
Autore: Alessandro Colombo
7 Alessandro Colombo
Dopo una laurea in Economia e un master in Arts Management, Alessandro Colombo ha cominciato la sua carriera nel settore della produzione teatrale e dello spettacolo.
Nel 2008 ha inizio la sua avventura con IED a Firenze, di cui è ancora direttore. È stato invitato a varie keynote presentation sul tema della formazione della ricerca.