All’interno della produzione di moda, uno dei punti chiavi è senza dubbio il materiale, un aspetto sul quale insiste in maniera particolare Isabel Berz. “In un mondo così globalizzato e, soprattutto, digitalizzato, che ha letteralmente trasformato il modo di relazionarsi con l’esterno, la conoscenza del materiale è un aspetto fondamentale. Non è importante solo il materiale fisico, ma anche le informazioni che otteniamo su di esso.”
Negli ultimi anni osserviamo chiaramente la riscoperta dell’interesse per le materie prime, che diventano tracciabili, confermandoci l’eticità di ciò che indossiamo. Eco Age, agenzia di comunicazione e di consulenza di riferimento da questo punto di vista tecnico, ha come missione principale realizzare un controllo qualità esaustivo dei materiali impiegati dalle grandi firme della moda, dalla pelle ai diamanti. Grazie a questa consulenza, Eco Age garantisce la sostenibilità dei processi e dei materiali.
Attualmente, il consumatore consapevole esige di conoscere la storia del capo che acquista. La qualità della manifattura non basta più, il cliente vuole essere al corrente dei dettagli sul materiale utilizzato, comprendere i processi a cui è stato sottoposto e sapere che è stato lavorato in modo socialmente responsabile.
La rivoluzione tecnologica applicata alla moda avanza a passi da gigante, anche se, nell’ambito del consumo su larga scala, sarà necessario aspettare ancora qualche anno prima che sia diventato normale vedere wearables integrati nei nostri armadi. Per contro, nel settore dell’abbigliamento sportivo l’evoluzione viaggia inevitabilmente a un passo più spedito e le grandi firme di riferimento stanno già introducendo dispositivi termoregolatori e tessuti intelligenti nelle nuove collezioni realizzate per il grande pubblico. La tecnologia integrata ai nostri corpi a oggi non sembra più fantascienza, quanto piuttosto un’evoluzione prossima e possibile.
Isabel Berz fa un’interessante riflessione sulle possibili fusioni tra mondo del design, materiali e tecnologia integrata: “Un aspetto chiave della materialità consiste nel rivendicare la sensualità della materia stessa: il tatto, la ricerca del corpo… Oggi, infatti si parla di Internet of the Body e di portare la tecnologia al servizio del corpo. Come è possibile eliminare il confine tra corpo e tecnologia? L’abbigliamento non varierà di molto, perché la grande sfida è produrre tecnologia allo stesso modo in cui si produce moda, applicandovi emotività e sensualità. A oggi la tecnologia è caratterizzata da un’estetica bella, anche se comunque dura, poco flessibile e non pensata per essere, per esempio, interessante al tatto”.
All’interno del settore, anche l’e-commerce sta sviluppando nuove configurazioni e Monica Poggi, specializzata in quest’ambito, ci racconta che: “L’avvento della quarta rivoluzione industriale ha spinto aziende e consumatori ad avvicinarsi a un nuovo canale di distribuzione non più tangibile, come quello tradizionale, il cosiddetto ‘bricks and mortar’, ma virtuale”.