Un team di designer di IED Barcellona collabora con la Fondazione Quo Artis alla creazione dei capi per il progetto The Zero-Gravity Band, che verrà presentato in occasione del Sónar+D 2018. Il progetto artistico-scientifico riflette e formula teorie sulla produzione artistica e sulla percezione estetica in assenza di gravità.
IED Barcellona disegna la moda per l’assenza di gravità
I fashion designer di IED Barcellona hanno sviluppato indumenti smart da utilizzare in assenza di gravità per il progetto The Zero-Gravity Band (TZGB), che sarà presentato dalla Fondazione Quo Artis al Sónar+D 2018. Denise Graus, Toni Sobrino e Masha Novikova, ex studenti del corso di laurea in Fashion Design e del Bachelor of Arts (Honours) in Fashion Design, sono stati incaricati di seguire il progetto in collaborazione con Francesc Grau e Tatiana de la Fuente.
The Zero-Gravity Band si propone di stimolare una riflessione sulla produzione artistica e la percezione estetica di un futuro lontano dal pianeta Terra e, in concreto, sulle implicazioni culturali e artistiche che ne scaturiranno. Il progetto mira, inoltre, a instaurare un dialogo attorno a questo tema tra i ricercatori di discipline diverse, artistiche, scientifiche, tecnologiche, umanistiche e filosofiche.
Moda a 360 gradi
I capi disegnati dai tre artisti si avvalgono delle recenti scoperte in ambito scientifico su “La estética de la verticalidad: una contribución gravitacional a la preferencia estética” (“L’estetica della verticalità: un contributo gravitazionale alle preferenze estetiche”; Gallagher e Ferrè, 2018), affinché tutti i componenti siano apprezzati nel loro massimo splendore in condizioni di gravità zero. Il risultato finale è frutto di un progetto collaborativo con Eurecat - Centro Tecnológico de Catalunya, che risponde alla necessità di inserire nella tuta un dispositivo dotato di sensori per la raccolta di una serie di variabili corporee e parametri vitali dell’individuo.
I modelli sono stati concepiti adottando una prospettiva estetica a 360 gradi, facendo uso di linee e forme diverse e suggestive, adatte alle condizioni di gravità in cui si trovano. A tal fine sono stati utilizzati trame, volumi e trasparenze che donano dinamismo ai capi e alterano il modo in cui si presentano in movimento.
Materiali tecnici e futuristici si mescolano ad altri più terrestri tra cui rafia, paglia, semi e fiori secchi per evocare il binomio terra-spazio, lasciando una sensazione di malinconia terrestre e tecnologica negli artisti. I tessuti sono stati così manipolati inserendo questi piccoli ricordi terrestri, che permetteranno, se possibile, di creare nuova vita su un altro pianeta. Anche i motivi utilizzati si ispirano a vari elementi del pianeta blu, come l’acqua, l’inquinamento luminoso delle grandi città o le zone industrializzate.
“Il progetto The Zero-Gravity Band ci ha messi fin da subito di fronte a una sfida, sul piano del design e della forma del design, ma anche della finalità estetica e della sua funzionalità, perché in assenza di gravità il senso della moda, così come la conosciamo, cambia. Siamo riusciti a uscire dalla verticalità di ogni capo dandogli una presenza maggiore rispetto al modello stesso, lasciando da parte la razionalità e ricreando un possibile contesto senza gravità”, spiegano i designer a proposito dei capi realizzati nei tre mesi di intenso lavoro.
“Questi tre completi rappresentano una riflessione sull’idea di vivere fuori dal nostro pianeta, un confronto all’interno del futurismo, sul viaggio nello spazio, ma anche su una cosa tanto primitiva quale dare vita a una nuova civiltà. Per questo motivo abbiamo ideato tre look distinti, per ricreare le sensazioni provate quando abbiamo cercato di immaginare un futuro nell’universo”, concludono.
I capi sono dotati di un dispositivo, realizzato da Eurecat e progettato espressamente per monitorare e fornire informazioni sullo stato psicologico della persona che lo indossa. Il dispositivo combina due diversi sensori che misurano la frequenza cardiaca e respiratoria in condizioni dinamiche durante l’attività fisica. I dati raccolti vengono inviati a uno smartphone, tablet o computer per fornire una lettura precisa e in tempo reale dei segnali registrati.
The Zero-Gravity Band
TZGB nasce dalle ricerche di Elisa R. Ferrè, direttrice del VeME Lab (Vestibular Multisensory Embodiment) della Royal Holloway, University of London, sulla percezione e l’esperienza estetica dell’essere umano in condizioni di microgravità. Gli artisti Albert Barqué-Duran, ricercatore della City University di Londra, e Marc Marzenit, musicista, compositore e produttore musicale, hanno voluto studiare, in un volo in microgravità, ciò che succede quando la gravità viene eliminata.
La sperimentazione è stata eseguita con un volo parabolico: l’aereo sale da 6000 a 8000 metri di altitudine e i piloti realizzano 15-45 parabole, durante le quali i passeggeri si trovano in assenza di gravità per 22 secondi. Ogni fase di microgravità è preceduta e seguita da una fase di ipergravità della durata di 20 secondi, in cui i passeggeri sono soggetti a una pressione quasi doppia rispetto al proprio peso.
Autore: Albert Elías Valcorba
Foto: Luiza Lacava