Gender fluid è un’espressione che indica il genere non binario, cioè l’identità di un individuo che non si riconosce in uno dei due sessi, il che non ha necessariamente a che vedere con il fatto di essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale o altro, ma rappresenta la scelta deliberata di trascendere ogni differenza, distinzione e classificazione di genere. L’individuo agender è indefinito e cambia genere sessuale in modo “fluido”, a seconda dei propri desideri e delle proprie inclinazioni. Oggi uomo, domani forse donna, l’agender rifiuta di sentirsi classificato in un determinato genere sessuale.
Un genere senza genere, una forma senza forma. Non mi sento né uomo né donna o probabilmente mi sento tutti e due.
È una tendenza che nasce prevalentemente dalla scena artsy e queer di San Francisco e non rappresenta una ribellione contro la biologia, semmai contro i limiti imposti dalla storia.
Nel corso del tempo il concetto di genere è stato utilizzato per definire e limitare le persone, dentro e fuori, dalla percezione di sé ai legami familiari, dai modelli di comportamento alle relazioni interpersonali.
Oggi affermatosi come movimento globale in termini di macrotendenza nel settore della moda, “no gender” rappresenta l’affermazione dell’assenza di genere, dove il focus è l’individuo, che deve potersi vestire come preferisce, senza le limitazioni imposte dagli stereotipi.
Il no gender non va confuso con l’abbigliamento “unisex”, che nasce invece da un concetto sviluppatosi negli anni Sessanta e Settanta, a seguito dell’emancipazione femminile e delle ribellioni antiborghesi, che vedeva nella condivisione dell’abbigliamento il modo di trovare un punto di unione tra i due sessi.
Per quanto riguarda gli sviluppi legati a questa tendenza, forse la migliore interpretazione è stata quella di Alessandro Michele per Gucci, attraverso uno stile che propone una moda sincretica ed eclettica, fatta di contaminazioni e di estremi estetici. Ovviamente non è l’unico, come dimostrano per esempio per le prossime stagioni anche Telfar, Eckhaus Latta, Vaquera e Art School London.