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Job Advices for 2019

  • IEDentity
  • "Design (r)evolution"
  • Numero 09 - 8 Marzo 2019
Anna Rogg
  • Anna Rogg

Il ponte tra la conclusione delle attività didattiche e la preparazione al mondo del lavoro è l’ufficio Career Service di IED Milano, il cui compito è costruire relazioni tra i neodiplomati e chi richiede giovani professionisti da formare, e preparare gli studenti per l’accesso al mercato lavorativo. Milano ha un ufficio dedicato per ogni scuola e gestisce le richieste sia per diplomati al triennio sia per chi ha concluso un master.

Il contesto

Cosa rende un’istituzione veramente competitiva nel mondo educational? Sono tantissimi i fattori che permettono di rendere un ente formativo più appealing di un altro agli occhi dei potenziali, futuri iscritti.

Una delle cose più interessanti sono le attività che propongono gli uffici career service. La vocazione al learning by doing di IED passa proprio per l’attività pratica a cui gli studenti si sottopongono per entrare nel mondo del lavoro in modo maturo e preparato: imparare una professione e dimostrare di saperla esercitare con rapidità e puntualità è una delle chiavi di successo per iniziare il più velocemente possibile il passaggio da studente a professionista.

Nel frattempo il mondo sta cambiando: esiste ancora il posto fisso? Le vecchie generazioni passeranno il testimone alle nuove o le professioni di 10-20 anni fa si limiteranno, con il tempo, a scomparire? In quest’ottica, bisogna considerare che le nuove tecnologie rappresentano per tutti un’opportunità completamente slegata dalle richieste del passato.

“Numerosi ex studenti IED, oggi professionisti, hanno contribuito, con l’insegnamento e la richiesta di profili junior, a creare l’heritage IED.”

IED ha sempre risposto in modo molto efficace alle richieste di mercato e questa è stata la chiave del suo successo. Il posizionamento di studenti in realtà internazionali, innovative, la spinta alla libera professione che ha prodotto negli anni tanti professionisti – ex studenti IED – che a loro volta hanno contribuito a insegnare ad altrettanti nuovi studenti e a offrire loro opportunità lavorative, sono tra i punti fondamentali che creano l’heritage IED.

Il passaggio, a conclusione degli studi, dagli uffici career service, è stato fondamentale per tanti ex studenti. Ma come può un ufficio career service aiutare chi ha un profilo junior ad affacciarsi al mercato? Esistono ormai tantissime piattaforme di job seeking che si stanno aprendo anche alla selezione di internship. Oggi ogni sito web aziendale ha una sezione “Lavora con noi”, che permette anche a neodiplomati di sottoporre la propria candidatura. E non esiste più solo LinkedIn: anche Facebook ha aperto un canale di ricerca dedicato e persino su Instagram compaiono immagini relative a nuove opportunità di recruiting basate sulla condivisione di immagini, portfolio, video CV. Ma l’altissima richiesta di supporto da parte dei neodiplomati all’ufficio Career Service di IED Milano fa intuire che non tutti i canali abbiano un’efficacia così valida.

Le attività dell’ufficio Career Service di IED Milano

“Su 444 richieste di stage all’ufficio Career Service di IED Milano, il 97,5% è stato soddisfatto.”

Alcuni numeri: nell’anno accademico 2016-17 sono pervenute all’ufficio di Milano 444 richieste di studenti provenienti sia da master sia da triennali per le quattro scuole di riferimento. Gli inserimenti in stage sono stati 429, con una percentuale del 97,5% degli studenti che hanno fatto richiesta. Per il prossimo anno accademico è previsto un incremento di richieste di circa 100 unità, per un totale di circa 550 neodiplomati.

Come può un career service affrontare una richiesta così massiva e in un momento così delicato per quanto riguarda l’occupazione in Italia?

Una delle chiavi è l’orientamento che viene offerto allo studente che entra in questo ufficio: già durante l’attività didattica, il candidato impara a realizzare un CV snello e con i giusti contenuti e costruisce un portfolio che riassume i lavori migliori e costituisce un biglietto da visita visivo, importante per le selezioni. L’ufficio career service costruisce la relazione con lo studente qualche mese prima della sua discussione di tesi. Un colloquio conoscitivo singolo è alla base della relazione che si crea tra IED e il futuro professionista: capire gli interessi, le propensioni, i punti di forza ma anche le debolezze è importante per i referenti del career service, per comprendere quali possano essere le aziende, gli studi, i professionisti più adatti per i loro colloqui.

Questo lavoro taylor made permette di rendere più efficace il colloquio e più rapido l’inserimento. Fondamentale è quindi anche il rapporto diretto che l’ufficio ha con i responsabili delle Risorse Umane, i professionisti, gli ex studenti che lavorano. Questo rapporto si costruisce sia con contatti costanti, sia tramite l’apertura che IED offre a varie realtà lavorative attraverso i Career Days, momenti di incontro dedicati in cui professionisti e futuri laureati hanno la possibilità di confrontarsi.

Nel 2017 IED Milano ha sperimentato con successo il suo primo Career Day. A tutti gli studenti interessati sono stati dedicati tre giorni di incontri in una modalità completamente nuova: le aziende non sedevano in postazioni asettiche dove gli studenti potevano lasciare un CV cartaceo (gesto ormai decisamente vintage), ma avevano a disposizione slot temporali a loro dedicati in cui presentare la propria realtà e le posizioni aperte nella loro azienda, e far intervenire rappresentanti aziendali particolarmente interessanti per l’audience.

Alcuni esempi: il gruppo Kering ha presentato la realtà produttiva di Gucci attraverso la propria Product Manager RTW, le Risorse Umane di Ikea hanno portato alcuni dipendenti che erano brillantemente stati assunti dopo percorsi di stage similari a quelli che avrebbero offerto durante la giornata di incontro (dopo la selezione, Ikea ha inserito sei studenti di IED Design Milano che hanno restituito all’ufficio Career feedback ottimi relativi alle internships in corso), Versace ha selezionato due giovani designer per il proprio ufficio stile, Freeda – raccontando la sua storia tramite la Content Manager e la Art Director dello studio – ha aperto i Career Days a una platea rapita ed entusiasta.

Maggiori informazioni: Career days IED Milano

I nuovi trend

Ma quali sono le professioni più richieste e quali sono i trend per il 2019?

“Le hard skills non sono più l’unico focus di un colloquio: capacità di relazione e di lavoro in team e flessibilità sono alla base del processo di selezione.”

Il mondo del recruiting si sta muovendo verso il grande e inesplorato mare magnum delle soft skills: assodate le capacità “hard”, come competenze informatiche e conoscenza delle lingue, i selezionatori sono interessati al modo in cui un neoassunto affronta e gestisce un problema, a qual è il suo livello di autonomia, il positive mindset che apporta all’interno di un team, la capacità di adattamento in contesti lavorativi di forte cambiamento (basti pensare allo stress − e ai picchi di lavoro elevatissimi − che deve affrontare chi lavora per gli Eventi quando gli capita di vincere più gare contemporaneamente). Per quanto riguarda i ruoli, è difficile fare previsioni perché il mercato creativo è enorme e le professioni numerosissime. Senza dubbio il mondo dei social e le competenze digitali sono molto richiesti. Parallelamente il web ha stravolto il commercio: è cambiato il modo di fare acquisti, l’esperienza di shopping tramite piattaforma – impensabile fino a un decennio fa – passa attraverso una customer experience ormai ritagliata sul singolo cliente. Come si costruisce quest’esperienza? Tramite appunto la conoscenza approfondita del mondo digital: l’analisi dei dati permette di entrare in modo verticale e modificare tutte le strategie di business.

Ma la tecnologia non passa solo per web e device: l’altro trend è l’elevata capacità di rivedere le professioni artigianali in chiave moderna. Nel mondo della moda è necessario comprendere la struttura di un capo, come si costruisce una scarpa, una borsa, un accessorio. La creatività si controlla solo dopo un’attenta analisi del prodotto che si vuole realizzare e tutto viene visto – come nel trend precedente, ça va sans dire – in un’ottica di ottimizzazione di business, fondamentale negli anni a seguire.

Autrice: Anna Rogg

Responsabile IED ALUMNI e Coordinamento Career Service