La mobilità sostenibile a Roma è un sogno che il design può realizzare. Il progetto trasversale IED Bike Rome lo dimostra e suscita l’interesse delle istituzioni.
Per una Roma bike friendly
L’Italia è il Paese europeo che produce più biciclette e componenti, ma è tra gli ultimi per il loro utilizzo. Roma in particolare, tra tutte le capitali del vecchio continente, è quella con il minor numero di ciclisti urbani: solo l’uno percento della popolazione. Eppure in Germania, Olanda e Danimarca gli investimenti nelle piste ciclabili turistiche e metropolitane si sono già dimostrati potenti moltiplicatori economici, generando un grosso indotto occupazionale e consistenti risparmi sul lungo periodo.
Per questo oggi anche Roma si prepara a diventare “bike friendly”, con l’aiuto di un progetto europeo denominato Handshake, e il design diventa il vero motore della sfida più complessa: ridisegnare la città e i suoi servizi per rendere la mobilità sostenibile sempre più attraente per la popolazione.
IED è entrato da protagonista in questo entusiasmante processo di ricerca, a caccia di nuove soluzioni per una ciclabilità “a misura di Roma”. Impresa davvero non facile, considerando la particolare topografia della città e tutte le criticità del suo territorio esteso e scosceso. Tuttavia la Capitale, forte di un patrimonio architettonico e artistico ricchissimo, nonché di straordinarie risorse ambientali, ha offerto agli studenti spunti decisivi per immaginare la nuova frontiera del bike sharing.
Il progetto Bike Rome, presentato recentemente al secondo Bike Economy Forum, che si è svolto al MAXXI di Roma, è nato in IED ed è stato sviluppato in maniera trasversale dalle quattro scuole in collaborazione con Roma Capitale e con Zehus human+, azienda leader nella produzione di componenti per la pedalata assistita. Un imponente lavoro interdisciplinare che non ha trascurato nessuno degli elementi nodali per la nascita ed espansione di un nuovo stile di vita “a pedali”: dalla progettazione di un veicolo “a prova di Roma”, all’elaborazione di un modello di business che coniuga la mobilità quotidiana con la valorizzazione degli itinerari artistici e architettonico-paesaggistici meno consueti, o addirittura inediti. Dalla riqualificazione e trasformazione di uno spazio pubblico (un intero padiglione dell’ex Mattatoio di Testaccio) in un infobike center polifunzionale, all’elaborazione di applicazioni e sistemi di fruizione del servizio attraverso i dispositivi mobili, alla progettazione di abiti e accessori che soddisfino ogni esigenza del ciclista urbano che si sposta per lavoro, per sport o per esplorare la città.
Il progetto ha coinvolto 46 studenti di nove diversi corsi, che hanno scelto Bike Rome come tesi conclusiva. Ad Arti Visive è spettato il compito di tracciare nuovi itinerari e di accompagnare il ciclista in un’esperienza multisensoriale attraverso contenuti interattivi; Interior Design ha riqualificato il padiglione dell’ex Mattatoio, ricavandone uno straordinario polo culturale incentrato sulla sostenibilità; Product ha immaginato modelli di bicicletta all’avanguardia per maneggevolezza, robustezza e prestazioni e accessori tecnici; Moda ha elaborato collezioni di capi pensati per chi deve pedalare in città, in ogni condizione atmosferica. Design della Comunicazione ha fornito il sostegno di strategie di informazione, branding e pubblicità in grado di generare attesa, consapevolezza e, infine, desiderio di sperimentare una mobilità alternativa che tutti, ma davvero tutti i romani – più o meno consciamente – attendono con grande trepidazione.
Autrice: Francesca Dominici