La quarta edizione dell’appuntamento IED con il futuro, Envisioning Forum, ha segnato un invito al cambiamento, in chiave sostenibile, guardando alle necessità del pianeta. E ha accompagnato la nascita di una Foresta IED.
IED Milano. La rivoluzione del fare
La “Rivoluzione del fare” comincia da noi. Il che significa agire, dare una direzione diversa a qualcosa: cambiare se stessi e la propria mentalità per cambiare il mondo. Envisioning Forum 2019 – evento dedicato al Cambiamento che IED Milano promuove come momento di visione aperto alla città – si è svolto il 23 maggio a La Stamperia Milano con l’intervento di quattro personalità protagoniste in prima persona di una “Rivoluzione del fare”. E ha visto, contestualmente, un’azione simbolica e concreta al tempo stesso prendere forma: la nascita di una Foresta IED, sposando il progetto di sostenibilità ambientale e sociale di Treedom. Da fine maggio, 301 nuovi alberi di cacao piantati in Camerun grazie al contributo di IED supportano la tutela della biodiversità, portano benefici formativi agli agricoltori e alle comunità locali coinvolte, sostengono il reddito delle famiglie, contribuiscono ad assorbire CO2 a livello globale e a stabilizzare l’assetto idrogeologico, contrastano la desertificazione dei suoli.
“Il momento di smettere di lamentarsi e iniziare a fare è arrivato” affermava, interpretando il tema La “Rivoluzione del fare”, Mónica Cantón de Celis, CEO di Design for Change Global, movimento educativo internazionale che punta a formare individui consapevoli sin da bambini. “L’innovazione viene da una nuova generazione di ‘doers’, che non aspettano che siano gli adulti a intraprendere i cambiamenti, ma che rendono il cambiamento reale in prima persona. I ‘doers’ stanno arrivando…”.
“Ci troviamo oggi intrappolati tra un modo di vita moderno ed entusiasmante (che rischia però di portarci diritti all’estinzione) e modi di vita alternativi, pieni di incognite, forse peggiori, forse migliori, ma sicuramente più in armonia con il mondo” ha sottolineato invece Francesco Cara, designer e Climate Reality Leader nell’ambito del movimento di Al Gore, proponendo una serie di esempi che illustrano nuovi modi di vita sostenibili che emergono in risposta ai cambiamenti climatico-ambientali. “Ci siamo illusi di poter transitare dal mondo fossile al mondo sostenibile in modo graduale. Ma più ci proviamo, più ci rendiamo conto che si tratta di mondi radicalmente diversi, che funzionano secondo sistemi di pratiche e valori incompatibili tra loro.” La piattaforma If You Want To, che Cara ha creato, raccoglie, analizza e facilita proprio la diffusione di alternative ai modi di consumo, produzione, distribuzione e informazione tradizionali, ed è probabilmente a oggi la più grande banca dati su prodotti e servizi green al mondo.
A illustrare quanto questa urgenza di cambiare passi necessariamente anche attraverso il nostro nutrimento è stata invece Claudia Laricchia, responsabile delle relazioni istituzionali e degli accordi internazionali del Future Food Institute e coordinatrice del programma Future Food for Climate Change, che vede la food innovation come chiave per risolvere la relazione malata tra cibo e clima. La premessa è chiara e comporta un’azione innanzitutto sull’“io”, per passare poi da questo al “noi”: “Non puoi cambiare il mondo se non sei disposto a cambiare te stesso. E bisogna cambiare attraverso tre C fondamentali: consapevolezza, conoscenza e comunità. La food innovation è la chiave per la ‘Rivoluzione del fare’: fare per ristabilire velocemente un rapporto sano dell’uomo con se stesso e tra l’uomo e il pianeta, rapporto che passa in primis dal cibo, espressione più naturale di questa relazione vitale”.
Il cambiamento sostenibile deve necessariamente includere infine anche l’aspetto sociale. Questa la visione dell’ex studentessa IED Gaella Gottwald, Art Director, artista e imprenditrice culturale, che si fa promotrice di un impatto virtuoso sulla società attraverso la creatività: “La ‘Rivoluzione del fare’ è creare, coinvolgere, collaborare e risolvere problemi”. Gaella è fondatrice di SOS Creative Clinic, programma che porta avanti progetti di tipo ambientale ed economico nell’ambito della Croatian Cultural Alliance, per promuovere l’imprenditoria culturale, la consapevolezza ecologica, l’innovazione e l’inclusione sociale.
Autore: Filippo Nardozza